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Steven Soderbergh non è interessato ai film di Supereroi perché fanno poco sesso

09 febbraio 2022

Steven Soderbergh, regista noto per i suoi film pieni zeppi di star e che mischiano sapientemente l'azione al dramma, durante un intervista dedicata a Kimi, il suo nuovo film, ha esplicitamente affermato il motivo per cui non gradisce i film sui supereroi.
Il film-maker afferma che per lui è estremamente difficile dirigere un film in cui la fisica newtoniana non ha effetto su alcune persone e soprattutto, non riesce a immaginare in maniera coerente un mondo in cui i protagonisti potrebbero potenzialmente avere il mondo al loro comando, 
non prendono soldi da nessuno e non fanno sesso: come si fa a scrivere o valorizzare un personaggio che è più simile a una divinità che a un uomo?
Il regista non sembra avere una risposta, ma continua parlando anche delle sue esperienze con la fantascienza: non è un caso che
 Solaris, film sci-fi del 2002 sia effettivamente un dramma consumato all'interno di una navicella spaziale.

Insomma Soderbergh non pare avere un'idea di cinema che si possa discostare molto dalla realtà. Comprensibile, ma a onor del vero 
ci sono delle opere ancora non adattate al grande chermo che potrebbero mettere in scena dei drammi incredibili: per esempio Miracleman di Alan Moore in cui la consapevolezza dei superpoteri del protagonista portano ad un dramma Nietszchiano decisamente pessimista e interessante, in particolar modo quando rende evidente che le sue scelte sono in netto contrasto con il bene dell'esere umano.


Sicuramente Soderbergh non dirigerà i prossimi film di casa Marvel o DC, ma crediamo vi farà piacere sapere di cosa tratta il suo nuovo film.
KIMI è un assistente vocale digitale che registra qualsiasi cosa: sembrerebbe che sia stato in grado di registrare anche un omicidio.
Il protagonista, interpretato da Zoe Kravitz dovrà cercare di risolvere il caso andando all'azienda che produce l'assistente digitale con le prove in mano, ma la questione si complicherà quando il CEO della compagnia si rifiuterà di dare al protagonista l'accesso a ogni dato che raccoglie KIMI, in quanto potrebbe portare alla luce l'invasività di tale tecnologia.

Un plot che fa indubbiamente riflettere riguardo alle nuove tecnologie e agli assistenti vocali e ai dati che raccolgono al giorno d'oggi.

Francesco Stella

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